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Giò Pomodoro

Orciano di Pesaro (PU), 1930 – Milano, 2002

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Sole depostoOrciano di Pesaro (PU)

All’anagrafe Giorgio Pomodoro, Giò è nato il 17 novembre 1930 a Orciano di Pesaro, vicino a Urbino. Nel 1945 la sua famiglia si trasferì a Pesaro, dove Giò frequentò l’Istituto Tecnico per Geometri, diplomandosi nel 1951. Fra il 1952 e il 1953 prestò il servizio militare fra Siena, Bologna e Firenze. In quest’ultima città frequentò l’ambiente artistico della Galleria Numero, dove espose le sue prime ricerche “informali”. Dopo la morte del padre Giò si stabilì a Milano con madre e fratelli. L’ambiente artistico e culturale milanese in questo periodo era particolarmente attivo. Dopo le mostre tenute insieme al fratello Arnaldo alla Galleria del Naviglio di Milano e alla Galleria Il Cavallino di Venezia, Giò è invitato a partecipare alla Biennale di Venezia del 1956 con una serie di argenti fusi su osso di seppia dedicati al poeta Ezra Pound, eseguiti a partire dal 1954.

L’anno successivo iniziò a collaborare alla rivista Il Gesto e partecipò alla mostra Arte Nucleare alla Galleria San Fedele di Milano. Con Dorazio, Novelli, Turcato, Tancredi, Perilli, Fontana e suo fratello Arnaldo diede vita al gruppo Continuità. Nel 1958 una sua personale, nella Galleria del Naviglio, fu presentata da Gio Ponti.

Alla morte della madre si trasferì nello studio di via Orti 19, condiviso con il fratello fino al 1964. Si separò poi dal gruppo e dalla rivista per dedicarsi a un diverso indirizzo di ricerca: il problema dell’organizzazione razionale dei Segni e del “far segni” in negativo. Una serie di rilievi, con il nome di Fluidità contrapposta, ne rappresentano l’idea.

Nella seconda metà del ‘58 Giò studia e realizza le prime Superfici in Tensione che presenta a Parigi alla Galerie Internationale d’Art Contemporain nel 1959. Sempre a Parigi, alla prima Biennale dei Giovani Artisti del 1959, espone una Tensione in bronzo e vince il primo premio per la scultura insieme ad Anthony Caro. Nel 1961 tiene un’altra importante personale presso la Galerie Internationale. Nel 1962 dopo le esposizioni di Milano alla Galleria Blu e di Ginevra presso il Musée de l’Athénée, venne invitato alla XXXI Biennale di Venezia con una sala personale, e nello stesso anno, strinse un contratto di esclusiva internazionale con la Galleria Marlborough, interrotto nel 1967.

Nel 1963 espose a Bruxelles al Palais des Beaux-Arts; nel 1964 la Tate Gallery di Londra acquista l’opera One del 1960, mentre a Documenta III, a Kassel, venne esposta una serie di superfici in tensione. Realizzò due grandi opere della serie Folle, delle quali una sarà acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna di Roma, l’altra, la Grande Ghibellina in marmo bianco, dalla collezione Nelson Rockefeller.

Nel 1965 iniziò i primi studi sulle strutture portanti, esponendo al Louisiana Museum di Copenaghen e al Musée des Beaux-Arts di La Chaux-de-Fonds. Lavorò sino al 1966 al ciclo di opere I Quadrati, utilizzando rigorosamente la dimensione di due metri per due: queste opere furono esposte per la prima volta al Kunst- und Museumsverein di Wuppertal. Dopo due viaggi negli Stati Uniti, durati alcuni mesi, concepì ed eseguì l’opera Black Liberator, dedicata ai neri d’America. 

Nel 1967 strinse un contratto di esclusiva con la Martha Jackson Gallery di New York, presso la quale esporrà, nel 1971, i suoi nuovi lavori nati dall’approfondimento delle ricerche sulla struttura portante e sul campo in tensione. A partire dal 1970 nello studio versiliese di Querceta ai piedi delle Apuane, intraprese opere di grandi dimensioni, in pietra, marmo e bronzo.

Nel 1972 iniziò due nuovi cicli di opere: gli Archi e il Sole Produttore – Comune Raccolto e nel 1974 espose opere in pietra alla Galleria del Naviglio di Milano; nell’estate dello stesso anno si tenne a Ravenna, alla Loggetta Lombardesca, la sua mostra antologica, a partire dal 1958.

Nel 1977 realizzò, in collaborazione con gli abitanti di Ales, in Sardegna, il Piano d’uso collettivo, grande opera pubblica dedicata ad Antonio Gramsci, di cui espose i materiali progettuali e di reportage fotografico a Ca’ Pesaro a Venezia.

Nel 1978 Giò curò l’allestimento scenografico dell’opera di Verdi La Forza del destino, rappresentata nell’estate all’Arena di Verona. Nello stesso anno espose alla Biennale di Venezia con una sala personale.

Nel 1979 iniziò la progettazione del Teatro del Sole – 21 Giugno, Solstizio d’Estate: una piazza-fontana dedicata a Goethe, commissionata dalla municipalità di Francoforte, inaugurato nel 1983.

Nel 1982 iniziò due lavori importanti: la scultura d’uso collettivo Spirale ‘82 per la Società Aeroportuale S.E.A., alla Malpensa, e Sole-Luna-Albero, complesso monumentale in piazza Ramazzotti a Monza. Nello stesso anno espose alla mostra Arte Italiana 1960-1982 alla Hayward Gallery di Londra.

Nel 1983 Pomodoro si trasferì nel nuovo studio milanese di via San Marco 50. L’anno successivo partecipò nuovamente, con una sala personale, alla Biennale di Venezia e poi all’esposizione Il Linguaggio della Geometria al Kunstmuseum di Berna.

Nel 1985 lo Studio d’Arte Contemporanea Dabbeni di Lugano allestì una sua personale contemporaneamente alla presentazione del ciclo di sculture dedicato a Hermes, all’interno del Palazzo Civico: omaggio di Giò Pomodoro a Károly Kerényi. Sempre a Lugano, nella villa La Favorita, venne installata permanentemente la scultura monumentale Montefeltro – i passi e il volgersi.

Nel giugno del 1986 Giò venne invitato a esporre le sue opere a Veksø, alla mostra Veksølund – Copenaghen.

Nel 1987, nell’Oratorio della Passione della basilica di Sant’Ambrogio, in collaborazione con il Comune di Milano, venne ospitata la mostra tematica Soli e, nell’autunno dello stesso anno, si inaugura alla Galleria l’Isola di Roma una sua mostra personale e, nel dicembre, si tenne a Messina, nelle sale del Palazzo dei Leoni, una mostra antologica a lui dedicata.

Nel 1989 il Comune di Milano gli dedicò un’altra importante antologica dal titolo La scultura e il suo disegno, ospitata all’interno della Rotonda della Besana. L’estate dello stesso anno vide inaugurare, in piazza Adriano a Torino, la grande scultura in bronzo Sole Aerospazio, donata dalla Società Aeritalia alla città in occasione del XX anniversario della sua costituzione.

Del 1990 è la mostra Luoghi scolpiti fra Realtà e Utopia, all’interno della villa Renatico Martini, a Monsummano Terme. Nel 1991 la Fondazione Veranneman, in Belgio, gli dedicò a Giò un’importante personale; nell’estate dello stesso anno venne inaugurato il complesso monumentale Luogo dei Quattro Punti Cardinali, nel parco pubblico di Taino, di fronte al lago Maggiore e al massiccio del Monte Rosa. Nel 1992 il Museo Archeologico di Milano, in collaborazione con l’azienda Johnson, ospitò una personale di medaglie eseguite da Giò a partire dal 1979 e venne inoltre installato a Pesaro il monumento funebre dedicato al tenore Mario Del Monaco. Nello stesso anno, esposizioni Galleria Ugolini di Roma e alla XVIII Triennale di Milano. Infine, a novembre, venne inaugurata la stele Spirale per Galileo Galilei, in bronzo e granito, nel centro storico di Padova, di fronte al palazzo dell’Università: frutto di una lunga collaborazione fra Pomodoro e l’Ateneo dove Galilei ebbe la sua cattedra dal 1592 al 1610.

Nel 1993 la Genia Schreiber University Art Gallery di Tel Aviv ospitò una personale, intitolata Giò Pomodoro – Sculptures & Drawings e, contemporaneamente, venne inaugurata l’opera Scala Solare – Omaggio a Keplero, acquisita da un privato donatore e installata di fronte all’ingresso dell’Università di Tel Aviv.

Nel marzo del 1994 venne installato, dinanzi alla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea a Torino, il modello della scultura Sole Aerospazio, dono personale dell’artista; in concomitanza si inaugurò nella Galleria Berman, la mostra tematica Tensioni 1958-1993 e, nello stesso anno, Pomodoro partecipò alla mostra The Italian Metamorphosis, 1943-1968, al Guggenheim Museum di New York. In autunno espose una selezione di opere a Milano, nelle botteghe antiquarie del quartiere storico di Sant’Ambrogio. 

Nel 1995 fu invitato a far parte del board dell’International Sculpture Center (I.S.C.) di Washington D.C. Dopo una personale tenutasi a maggio presso la Galleria Spazia di Bologna, nell’autunno del 1995 Giò Pomodoro fu invitato dal direttore dello Yorkshire Sculpture Park, a esporre le sue opere nel prestigioso parco espositivo britannico, nelle vicinanze di Wakefield e, successivamente, presso la sede dell’Accademia Italiana a Londra. Contemporaneamente il Comune di Venezia, in collaborazione con la Biennale di Venezia e l’azienda Uno A Erre S.p.A. di Arezzo, organizzò una importante mostra, intitolata Ornamenti, all’interno degli spazi della Fondazione Querini Stampalia, per documentare la ricca produzione orafa dello scultore dal 1954 in poi. Nel corso dell’anno successivo, con la Uno A Erre e la Cesari & Rinaldi, la mostra si trasferì ad Arezzo, Tokyo e New York.

Il 1996 fu l’anno della grande mostra allestita nella Sala d’arme di Palazzo Vecchio a Firenze. In questa mostra venne presentato un gran numero di dipinti su carta a mano di notevoli dimensioni, sul tema del Sole; nella stessa sede fu esposto anche il progetto e il modello in scala per l’opera Sole per Galileo Galilei. Durante l’estate Pomodoro realizzò all’isola d’Elba, nella cava di San Piero, una serie di opere in granito e ferro dedicate soprattutto alle originarie attività dell’isola.

Nel settembre 1997 venne inaugurata la scultura Sole per Galileo Galilei in piazza Poggi sul lungarno Serristori: l’opera, in bronzo e pietra serena, è alta circa nove metri, ed fu donata da Giò Pomodoro e da Franca e Tullio Berrini alla città. Nella primavera del 1998 le opere di Giò Pomodoro vennero esposte a Padova nel Palazzo del Monte di Pietà, sede della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, promotrice della prestigiosa manifestazione. La mostra documentava più di quarant’anni di ricerca plastica e pittorica. Per l’occasione, nella piazza del Duomo, venne esposta l’opera in marmo Sole Caduto – a Galileo. Nel luglio dello stesso anno, la Regione Valle d’Aosta e il centro espositivo St. Benin, ospitarono la mostra: pietre e marmi 1965-1997. Oltre alle sculture e alle grandi opere pittoriche Aosta accolse, negli spazi all’aperto, tre opere monumentali dello scultore marchigiano.

Durante l’autunno del 1998 si inaugurò a Bergamo, nella Galleria Fumagalli, la mostra Giò Pomodoro – sculture e carte 1958/1998; contemporaneamente il Ministero della Cultura egiziano lo invitò, quale ospite d’onore, alla VII Biennale Internazionale del Cairo, con una sala personale per le opere di scultura e pittura. In novembre la Galleria Berman di Torino gli dedicò la mostra Studi per grandi opere 1954-1994.

Nel 1999, nell’Arte Fiera di Bologna, alcune grandi sculture in bronzo vennero presentate in un padiglione dedicato a Pomodoro; nella primavera dello stesso anno la Fondazione Veranneman di Francoforte ospitò per la seconda volta una grande mostra dove venne esposta una selezione di gioielli realizzati dallo scultore. Al termine della mostra la Fondazione Veranneman acquistò la grande opera in marmo bianco di Carrara Sole caduto – a Galileo. Nel mese di novembre, quale Master Artist, tenne uno stage all’Atlantic Center for the Arts di Smyrna Beach in Florida.

Nell’aprile del 2000 ricevette il Premio Internazionale Guglielmo Marconi per la Scultura; a maggio il Comune di Laives e la Provincia Autonoma di Bolzano organizzarono la mostra Sul sole e sul vuoto, e acquistarono inoltre l’opera in bronzo Scala solare – omaggio a Keplero installata di fronte alla scuola di Laives. Nel luglio dello stesso anno venne ospitata, nel museo di San Pietro a Colle di Val d’Elsa, Tensioni e Soli, mostra di sculture e disegni. Nel dicembre del 2000 Giò partecipò alla prestigiosa esposizione Novecento: Arte e Storia in Italia, realizzata dal Comune di Roma.

Nel febbraio del 2001 l’Istituto Italiano di Cultura di Colonia dedicò a Giò Pomodoro una personale di opere pittoriche; in ottobre, in occasione del vertice G8 e all’interno dell’esposizione Artisti Italiani del XX secolo: dalla Farnesina alla Stazione Marittima, venne inaugurata la scultura monumentale Sole – agli Italiani nel mondo, donata alla città di Genova dalla società Grandi Navi Veloci. Questa è l’ultima opera monumentale che l’artista riuscì a vedere installata.

Nell’aprile del 2002 l’International Sculpture Center conferì a Giò il prestigioso premio alla carriera Lifetime Achievement Award in Contemporary Sculpture: per la prima volta a un artista italiano. In quest’occasione, a Milano, la Galleria Giorgio Marconi dedicò un omaggio a Giò per il conferimento del premio, allestendo una personale di sculture e grandi acquerelli. A luglio, infine, Giò partecipò alla quinta edizione della mostra In Chartis Mevaniae, organizzata dai comuni di Bevagna e Spoleto. Giò Pomodoro morì nel suo studio di Milano il 21 dicembre 2002.

Negli anni successivi vennero inaugurate alcune opere pubbliche progettate dallo scultore: il 1° marzo 2003 la grande Vela, in memoria di Carlo Bo, installata sul lungomare del centro storico di Sestri Levante; nel giugno 2004, a Orciano di Pesaro, Sole deposto nella piazza dedicata all’artista, da lui progettata nel 1986; il 1° maggio 2005, infine, a Carbonia, la scultura monumentale Frammento di Vuoto nella rinnovata piazza Roma.

Giò Pomodoro nelle Marche

Piazzetta di Orciano di Pesaro (PU)
Macerata – Museo Palazzo Ricci
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