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Francesco Mancini

Sant’Angelo in Vado, 1679 – Roma, 1758

S. Michele Arcangelo trionfante, Duomo – Sant’Angelo in Vado (Pu)

Nacque a Sant’Angelo in Vado (PU) il 24 apr. 1679 da Sebastiano e Paola Bellocchi. La sua formazione pittorica avvenne presso Carlo Cignani, impegnato dal 1686 a Forlì nella decorazione della cupola della cappella della Madonna del Fuoco della cattedrale, inaugurata solo nel 1706. L’esperienza della cupola forlivese fu fondamentale e costituì, anche a distanza di decenni, un punto di riferimento per la sua attività di frescante. Gli esordi, in collaborazione con Cignani, risalgono ai primi anni del nuovo secolo: due dipinti per palazzo Albicini a Forlì, raffiguranti il Giorno e la Notte, sono andati perduti. Al 1704 si collocano le prime opere autonome, destinate ai monasteri benedettini della Madonna del Monte a Cesena e di S. Giuliano a Rimini e raffiguranti, rispettivamente, S. Mauro che resuscita un defunto e S. Mauro che risana un cieco. La prima grande commissione pubblica fu la decorazione della biblioteca del convento di Classe, presso Ravenna. Tale intervento, comprendente l’affresco della volta raffigurante il Trionfo della Divina Saggezza e le due tele poste sulla porta d’ingresso e sulla parete di fronte, con Gregorio IX e Graziano compilatori dei sacri canoni e l’Unione delle Chiese greca e latina. Intorno al 1715 dipinse il Carro del Sole per il palazzo Albicini di Forlì, andato perduto; si è invece conservato un ulteriore dipinto già inserito in un soffitto del palazzo, la Lotta di Giacobbe con l’angelo, conservato a Forlì in collezione privata.

Dopo il 1715 l’asse di attività dell’artista si spostò verso le Marche. Di tale periodo è la pala per l’altare della chiesa dei cappuccini di Fano, che raffigura la Madonna col Bambino e i ss. Cristina, Francesco e Felice da Cantalice (Pinacoteca civica di Fano) e mostra lo stile inconfondibile nella resa diafana e madreperlacea delle figure e nella poeticità degli affetti. Nel 1718-19 eseguì a Città di Castello l’Apparizione di Cristo a s. Pietro (Domine quo vadis?), oggi nella Pinacoteca civica della città. Nei medesimi anni eseguì due dipinti di tema erotico-moralistico, La Pudicizia che sferza Amore e Amore che doma un satiro, di proprietà Montemellini di Perugia e ora non rintracciati. Furono ripresi dal pittore nella coppia di quadri dello stesso soggetto, tenuti nel suo studio e acquistati da Clemente XIV per le collezioni pontificie (Quirinale e Pinacoteca Vaticana).

Il 1719 segnò un grande successo: la decorazione della cattedrale di Foligno, inaugurata nel gennaio 1723. Nella composizione S. Feliciano che raccomanda alla Religione la città di Foligno reinterpreta la tradizione verso le leggerezze del pieno Settecento. Nel 1724 si trasferì a Roma, incrementando gli invii nella regione d’origine, in particolare alcune tele eseguite per Sant’Angelo in Vado: per la chiesa di S. Lorenzo in Selva Nera Il Redentore e i ss. Lorenzo, Stefano e Maddalena; il Transito di s. Giuseppe oggi nella chiesa di S. Filippo, e nella chiesa dei servi di Maria, La Madonna che dona l’abito ai sette santi fondatori dell’Ordine. Quest’ultima forse la più bella tra le versioni del tema in quegli anni. Nella stessa chiesa è S. Pellegrino Laziosi curato dal Crocifisso. Nel 1725 fu nominato accademico dell’Accademia di S. Luca a cui la Flora una delle più fortunate immagini del Settecento romano. Nel 1726 Mancini ottenne la cittadinanza onoraria di Fano.

Nel 1728 a Perugia decorò la cupola della chiesa di S. Filippo con l’Incoronazione della Vergine e il paradiso, riprendendo lo schema del Correggio nella cupola del duomo di Parma. A Roma nel 1731, decorò la coffee-house di palazzo Colonna, nel nuovo padiglione verso piazza Venezia appena costruito da Nicola Michetti. Nella volta della sala affrescò Psiche accolta nell’Olimpo, mentre nei pennacchi sottostanti raffigurò episodi della Favola di Amore e Psiche, ornando lo spazio con un’architettura dipinta. La collaborazione tra i due creò uno degli spazi più raffinati a Roma. 

Nel 1731, ebbe l’incarico della pala d’altare destinata alla chiesa di Mafra a Lisbona. Nel 1732 collaborò con Masucci alla decorazione della cappella maggiore della cattedrale di Evora, per la quale eseguì la Natività della Vergine. Dello stesso 1732 è la pala con La Vergine Bambina e i ss. Gioacchino e Anna della chiesa di S. Teresa a Perugia (oggi nella Pinacoteca della città).

Nel 1732 il M. venne accolto dall’Accademia di Francia. A quel periodo risale il Riposo durante la fuga in Egitto, che dopo la sua morte fu acquistato da Clemente XIV (Pinacoteca Vaticana).

Continuava inoltre l’attività per la regione natia: dalla raffigurazione di S. Giosafat Kuncewycz ( parrocchiale di Palazzo di Arcevia) alla pala d’altare Cristo in gloria che incorona i ss. Clemente e Ignazio di Antiochia (Urbino, Galleria nazionale), ordinata dal cardinale Annibale Albani per la chiesa di S. Francesco.

Il conte Marefoschi aveva affidato l’architettura del piccolo sacello della Madonna della Misericordia di Macerata nel 1734 a Luigi Vanvitelli. All’interno di esso, tra il maggio 1736 e il gennaio 1738, il Mancini eseguì la decorazione ad affresco della volta e le quattro tele ovali dell’aula. Nella volta è raffigurata l’Assunzione della Madonna e nelle quattro tele raffiguranti la Presentazione di Maria, l’Annunciazione, la Visitazione e la Presentazione di Gesù Mancini lascia quelli che si possono definire gli esiti più alti della pittura marchigiana del Settecento, per l’altissima qualità dell’esecuzione. Il soggiorno maceratese lo portò a eseguire altri interventi nella città: L’angelo appare a s. Giuliano (cattedrale); la Crocifissione e i dolenti (Chiesa di San Filippo), e S. Filippo Neri in gloria davanti alla Madonna. Forse in occasione di questo soggiorno eseguì il dipinto inserito come sopra porta nella galleria dell’Eneide di palazzo Buonaccorsi, interpretato come Sibilla cumana.

L’elezione di Benedetto XIV, aperto estimatore, gli portò la croce di cavaliere e l’ammissione alla Compagnia dei Virtuosi al Pantheon. Intanto elaborò una sorta di ripensamento del proprio percorso pittorico, sempre sostenuto da un alto mestiere.

Per la basilica di S. Maria Maggiore gli venne affidata la pala dell’altar maggiore con l’Adorazione dei pastori; per la basilica di S. Pietro, Benedetto XIV gli commissionò la pala per l’altare sul lato ovest del pilone della Veronica, raffigurante il Miracolo di s. Pietro alla porta Speciosa (sostituita dalla copia in mosaico e attualmente collocata nell’aula delle benedizioni di S. Pietro). Nel 1750 fu eletto principe dell’Accademia di S. Luca, carica che mantenne per il biennio 1750-51, e gli venne concessa l’iscrizione alla nobiltà della città natale, che nel 1737 gli era stata negata. L’ultima opera eseguita per Sant’Angelo in Vado, il S. Michele Arcangelo trionfante per l’altare maggiore del duomo, è probabilmente dedicata a questo riconoscimento. Nel 1756 fu nominato direttore dell’accademia del nudo in Campidoglio e consegnò l’ultima sua fatica pittorica, il Cristo risorto per la chiesa di S. Salvatore a Foligno, andato distrutto da un incendio agli inizi del secolo XIX.

Morì a Roma il 9 agosto 1759; è sepolto in S. Bonaventura al Palatino.

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S. Michele Arcangelo trionfante, Duomo – Sant’Angelo in Vado (Pu)
Redentore e i ss. Lorenzo, Stefano e Maddalena, Chiesa di S. Lorenzo in Selva Nera – Sant’Angelo in Vado (Pu)
Transito di s. Giuseppe, Chiesa di S. Filippo – Sant’Angelo in Vado (Pu)
La Madonna che dona l’abito ai sette santi fondatori dell’Ordine, Chiesa di Santa Maria dei Servi – Sant’angelo in Vado (Pu)
San Francesco di Paola, Chiesa di Santa Maria dei Servi – Sant’angelo in Vado (Pu)
San Nicola da Tolentino, Chiesa di Santa Maria dei Servi – Sant’angelo in Vado (Pu)
S. Pellegrino Laziosi curato dal Crocifisso, Chiesa di Santa Maria dei Servi – Sant’angelo in Vado (Pu)
Addolorata, Pinacoteca civica – Fano (Pu)
Madonna col Bambino e i ss. Cristina, Francesco e Felice da Cantalice, Pinacoteca civica – Fano (Pu)
San Francesco in preghiera, Pinacoteca civica – Fano (Pu)
San Giovanni Battista, Pinacoteca civica – Fano (Pu)
Transito di San Giuseppe, Pinacoteca civica – Fano (Pu)
S. Giosafat Kuncewycz, Parrocchiale Palazzo di Arcevia (An)
Cristo incorona i ss. Clemente e Ignazio di Antiochia, Galleria Nazionale delle Marche – Urbino
Vergine Addolorata, Galleria Nazionale delle Marche – Urbino
Sant’Agnese, Pinacoteca – Ancona
Via Crucis, Chiesa di San Francesco – Pioraco (Mc)
Assunzione della Madonna affresco, Cattedrale – Macerata
Quattro tele: Presentazione di Maria, l’Annunciazione, la Visitazione, Presentazione di Gesù, Cattedrale – Macerata
L’angelo appare a s. Giuliano, Cattedrale – Macerata
Crocifissione e dolenti, Chiesa di San Filippo – Macerata
S. Filippo Neri in gloria davanti alla Madonna, Chiesa di San Filippo – Macerata
Sibilla cumana, Galleria dell’Eneide Palazzo Buonaccorsi – Macerata
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