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Adolfo De Carolis

Montefiore dell’Aso (Ap), 1874 – Roma, 1928

I Cavalli del sole
Pinacoteca – Ascoli Piceno

Protagonista dell’arte italiana De Carolis ha influito in modo determinante negli sviluppi formativi del gusto floreale, operando nei campi dell’illustrazione, della pittura e della fotografia. De Carolis oppone la sua fede nella tradizione rinascimentale alle bizzarrie organicistiche de l’art nouveau. La sua opera esibisce l’estetica preraffaellita condizionata da stilemi del giapponismo e dal formalismo michelangiolesco.

Fu allievo di Domenico Ferri all’accademia di belle arti di Bologna; nel 1892 il Collegio dei Piceni gli conferì una borsa di studio per la scuola di decorazione pittorica del Museo artistico industriale. Sotto la guida di Alessandro Morani collaborò al restauro degli appartamenti Borgia in Vaticano e alla realizzazione delle terrecotte della villa Blanc a Roma. Nel 1897 esordì con due oli (Primo vere e Narcissus poëticus). Si tratta di opere dall’evidente timbro quattrocentesco della soluzione creativa; ma il segno vi assume fluenze e scioltezze originali, un’impronta liberty evocativa, sulla scia di Segantini e Previati. Allo stesso clima e al medesimo anno appartengono la tempera Ritratto della signora Lina – che l’artista sposerà nel 1901, sua modella preferita – e la Primavera, un busto femminile d’ispirazione botticelliana. Nel 1902, contro il parere della famiglia, sposa la modella  Lina (Quintilina Ciucci). Il matrimonio è felice e nascono ben cinque figli.

Tra gli anni 1897 e 1904 si cimentò nella decorazione pittorica con stucchi di villa Brancadoro a San Benedetto del Tronto, completata da un camino con ceramiche policrome: affascinante è il soffitto della sala da pranzo, per la presenza magica di personaggi mitici, quasi ritagliati contro un empireo di nubi. Notevole una serie di piccole opere (oli, acquerelli, pastelli, tempere, tecniche miste e disegni). Ricevette la commissione del conte Forcioli Conti per il tabernacolo bronzeo del fonte battesimale nella cattedrale di Santa Maria Assunta ad Ajaccio.

Si trasferì nel 1901 a Firenze: nacquero l’amicizia e la collaborazione con D’Annunzio che a Firenze soggiornava. E proprio il capitolo dannunziano si costituisce come momento di creazione delle immagini per la Francesca da Rimini e per la Figlia di Iorio. Il momento forse più alto della collaborazione è da ricercarsi nei quattro francobolli emessi per celebrare l’impresa di Fiume, dei quali eseguì i bozzetti. Non meno importante il rapporto d’amicizia con Pascoli: creava le copertine, i fregi, i capilettere per il poeta tutti editi da Zanichelli di Bologna. Nel 1903 il pittore approdò alla rivista fiorentina Leonardo, con incisioni per la testata fissa e le pagine interne ed una serie di interessanti scritti d’arte che lo confermano teorico consapevole, lucido e aggiornato. Negli anni 1903-1905 c’è la collaborazione alla raffinata Novissima (Milano-Roma 1901-1911) e a Hermes (Firenze 1904-1906) per la quale delineò la copertina e scrisse il saggio L’Arte decorativa moderna

Tra il 1907 e il 1908 l’artista si dedica alla decorazione del Salone delle Feste del palazzo del Governo di Ascoli Piceno senza alcun compenso: con questo gesto esprime gratitudine per la borsa di studio ottenuta negli anni giovanili dal Pio Sodalizio dei Piceni. Agli stessi anni risale il trittico (che evidenzia il recupero anche di tale struttura propria dell’arte medievale e rinascimentale) raffigurante I Cavalli del Sole, conservato nella Pinacoteca della stessa città.

Nel 1909 lavora per D’Annunzio, di cui è l’illustratore preferito, con Fedra in stile arcaizzante e simbolista. De Carolis esegue in xilografia tutti i celebri motti dannunziani: si tratta di opere pregevoli, come gli ex libris elaborati per famosi personaggi come Eleonora Duse. Si firma de Karolis in molte illustrazioni librarie.

Nel 1908 vinse il concorso per la decorazione del salone del podestà di Bologna: gli affreschi furono ultimati da Ferruccio Pasqui dopo la morte di De Carolis avvenuta nel 1928. Nel 1914 intanto illustrava per Pascoli e Giosuè Carducci la raccolta di tutte le poesie e nello stesso anno la copertina del libretto del film Cabiria, ideato da d’Annunzio. Nel 1918 illustra il famoso Notturno di D’Annunzio e collabora al periodico “La trincea” destinato ai soldati al fronte.

Nel 1922 e fino al 1924, attese alle pitture della sala consiliare della provincia di Arezzo: gli Uomini illustri aretini, il Lavoro delle miniere e il Lavoro dei campi. Intanto si era trasferito a Roma, per insegnare scenografia e decorazione all’accademia di belle arti (1922). ebbe la nomina ad accademico di S. Luca (1923); pubblicò il volumetto La xilografia, breve storia della tecnica, e dipinse ad affresco il Crocefisso per la cappella ai caduti nella collegiata di San Ginesio (Macerata, 1924-25). Nel 1925, avviò la decorazione della cappella di S. Francesco nella chiesa del Santo a Padova; nel 1926 fu la volta della vetrata e del mosaico per la cappella di villa Puccini a Torre del Lago (Lucca).

Appassionato cultore di arte popolare, si interessò alle opere tessili, alle ceramiche, alle decorazioni tradizionali dei mobili e promosse l’apertura di “Botteghe d’arte popolare”, interessandosi dell’arte “povera” sarda, sicula, abruzzese, ecc. Successivamente per la ditta L.e.p.i.t. disegnò una serie di raffinati contenitori in vetro di Murano per profumi “dannunziani”. Su richiesta del titolare della ditta Varnelli, rielaborò la figura della Sibilla Appenninica per utilizzarla nell’etichetta dell’omonimo liquore d’erbe. Nel campo della ceramica instaurò una fruttuosa collaborazione con la ditta di ceramiche Giuseppe Matricardi, cui fornì disegni per alcuni piatti, decori e servizi da tavola; nel 1913 disegnò le decorazioni e le ceramiche che ornano il villino Matricardi di Grottammare. 

Studiò disegni per banconote, titoli, calendari, manifesti, cartoline, etichette e disegni pubblicitari: scrisse numerosi saggi di tecnica e di estetica pubblicati su varie riviste e fondò la Corporazione degli Xilografi promossa dalla rivista L’Eroica, divenendone il presidente. 

Nel 1927 la Cosulich Società Triestina di Navigazione gli commissionò un quadro per decorare uno dei lussuosi saloni della nave da crociera Saturnia. Nel corso degli anni 1927-28 coordinò la decorazione di alcuni ambienti della villa che Beniamino Gigli stava costruendo presso Loreto.

L’artista morì a Roma il 7 febbraio 1928: venne sepolto al Cimitero del Verano e nel 1950 le spoglie vennero traslate nella chiesa di San Francesco a Montefiore dell’Aso.

Altro su Adolfo De Carolis

Trittico I Cavalli del Sole, Pinacoteca – Ascoli Piceno
Decorazioni di stucchi Villa Brancadoro – San Benedetto del Tronto (Ap)
Decorazione del Salone delle Feste del palazzo del Governo- Ascoli Piceno
Affresco il Crocifisso, cappella ai caduti nella collegiata – San Ginesio (Mc)
Decorazioni floreali e le ceramiche, villino Matricardi – Grottammare (Ap)
Decorazione ad affresco, Villa Beniamino Gigli – Loreto (An)
Tomba del pittore, Chiesa di San Francesco –  Montefiore dell’Aso (Ap)
Museo Adolfo De Carolis –  Montefiore dell’Aso (Ap)
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