Nacque a Recanati il 18 dic. 1536 da Bernardino e Minerva Paulini (negli atti redatti in latino è registrato come Antonius Bernardini de Calcaneis). Morto il padre nel 1546, rimase con i fratelli maggiori Matteo, Gaspare e Andrea sotto la tutela materna e fu avviato molto giovane all’arte presso la bottega che i Lombardi avevano impiantato a Recanati, nell’ambito della quale egli svolse la sua attività anche nella piena maturità. Nel 1572 sposò la recanatese Laura di Girolamo Bonamici, che condusse nella dimora paterna del borgo di Castelnuovo finché nel 1574, anno della divisione dei beni dei Buonamici, si trasferì in una casa presso la chiesa di S. Agostino dove rimase fino alla morte. E’ sepolto nella chiesa di S. Agostino, la lastra di marmo con lo stemma di famiglia fu scolpita dallo stesso Calcagni.
Della sua attività anteriore al 1574 resta memoria in un manoscritto seicentesco (redatto da dom Diego Calcagni, suo discendente) che riporta una serie di opere giovanili commissionate da nobili (Madonna in stucco con un S. Giovanni per il cavalier Agostino Filago) o da comunità religiose (un Cristo per la fraternita di Castelnuovo, un altro per quella della Morte e ancora per quella di Camerino). Opera superstite del periodo è un busto ritratto di Annibal Caro dal 1963 al Victoria and Albert Museum. Del 1574 è la prima opera datata e di una certa importanza: il sepolcro di mons. Francesco Alberici, di cui rimane il busto bronzeo (Recanati, duomo, nicchia al di sopra dell’ingresso della sagrestia). Iniziò allora un periodo fecondo, con commissioni importanti: la statua di Gregorio XIII per Ascoli Piceno (distrutta dai Francesi nel dicembre 1798; rimane un calco della testa nel Museo di Ascoli), che gli portò fama e riconoscimento unanimi. Nel 1577 firmò un contratto con Gregorio Massilla per cinque tavole di bronzo che ornano la cappella della Pietà nella basilica di Loreto: i rilievi con la Deposizione dalla croce e con i ritratti dei Donatori furono gettati nel bronzo definitivamente il 3 ott. 1582. E nello stesso periodo eseguì in argento una grande croce e dodici statue di Apostoli (portate in Francia all’epoca del dominio francese), e la statua bronzea (dispersa) del Card. Nicola Caetani da Sermoneta.
Nel 1589 fu posta davanti alla basilica di Loreto la statua di Sisto V su un piedistallo a base ottagonale in pietra d’Istria, omato delle statue della Carità, Pace, Fede e Giustizia e due bassorilievi con l’Ingresso di Gesù a Gerusalemme e la Cacciata dei mercanti dal tempio. Sul piedistallo una targa: “Ant.us Bern.us de Calcaneis Faciebat”; ma l’opera fu eseguita certamente con aiuti, data l’imponenza e la discontinuità stilistica che la caratterizza. Il 28 febbraio 1590 Calcagni firmò il contratto per la porta sud della basilica di Loreto, opera portata a termine dopo la sua morte secondo il preciso modello e disegno. La porta a due battenti, con cinque riquadri ciascuno, fu posta in opera e inaugurata nel 1600.
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